Introduzione

Introduzione

L'ICONOGRAFIA MUSICALE IN ABRUZZO

di Massimo Salcito

Un percorso ricostruttivo circa la nascita e lo sviluppo dell'iconografia musicale in Abruzzo è fenomeno importante ma sostanzialmente recente.

Il primo ricercatore è certamente Luca Dragani (Chieti) che nel decennio 1980 - 1990, in occasione di personali trasferte fine settimanali alla scoperta delle opere d'arte nei principali centri della regione, intuisce la potenziale importanza di una mappatura delle fonti artistiche che contengano anche informazioni storiche musicali. L'idea è quella tipica che andrà affermandosi in ambiti ben più ampi di quelli regionali: recuperare, tramite le testimonianze artistiche locali, anche frammenti di storia musicale, tentando una difficile ma pur fondamentale ricostruzione territoriale. Di frammenti si parla certamente, giacché l'operazione non solo non aveva precedenti ma era anzi osteggiata - parliamo di circa trent'anni fa - da quel particolare fenomeno di sudditanza di tutta la storia della musica "locale" rispetto a quella "ufficiale" o "nazionale". L'idea, ancora oggi in parte diffusa, che la vera "Storia" sia realizzata da singole personalità e non da complessi fenomeni artistici-socio-culturali (non tralasciando i pur importanti aspetti politici ed economici) ha ovviamente influenzato anche la creazione di valutazioni gerarchiche della produzione musicale (artisti e musiche, luoghi e ambiti, pubblico e destinatari), pur rimanendo comunque oggettiva la definizione che vede l'Abruzzo, certamente dal XVI secolo in poi, di fatto territorio satellite di due grandi e vicine realtà, ossia lo Stato della Chiesa (Roma) e il Regno di Napoli, con ovvie conseguenze. La premessa è necessaria per comprendere come le ricerche del settore siano state al più frutto della volontà del singolo ricercatore, del musicista e dell'appassionato, raramente supportate dalle Istituzioni pubbliche, ed in ogni caso completamente ignorate da Conservatori di Musica ed Enti specializzati. Da questo punto di vista, l'associazionismo che si è sviluppato non solo in Abruzzo nel settore della cosiddetta "musica antica" (inteso nel termine più ampio del termine, riguardando non solo la musica medioevale, rinascimentale e barocca, come generalmente si crede, ma tutta la musica purché databile almeno 70 anni) è stata probabilmente l'unica arma disponibile per i singoli o piccoli gruppi di operatori.

Si accennava all'inizio come il titolo di primo ricercatore di iconografia musicale in Abruzzo vada riconosciuto a Luca Dragani: i risultati vengono sintetizzati, a metà degli Anni Ottanta, in una conferenza tenuta presso l'Istituto Nazionale Tostiano di Ortona, per esplicita volontà del Prof. Francesco Sanvitale. Ma l'evento non ha immediate conseguenze: di fatto, a seguito di quella iniziativa non vengono pubblicati né saggi né articoli. Un discologo e musicologo che si avvicina intorno al 1990 all'iconografia è Gianluca Tarquinio (Avezzano), profondo conoscitore della Marsica, e di conseguenza interessato ad acquisire anche questo aspetto della locale cultura musicale, in particolare grazie alle ricerche archivistiche. Suoi sono una serie di articoli pubblicati su riviste locali riguardanti varie testimonianze artistiche e musicali, dall'epoca romana al XVIII secolo.  A questo punto, con la fine degli Anni Novanta, lo scrivente si affaccia al settore dell'iconografia. Si tratta di una mera casualità: in occasione della riscoperta di un santuario del territorio aquilano, quello della cosiddetta "Madonna d'Appari" (Paganica), custode di affreschi contenenti una complessa simbologia non solo musicale ma anche artistica, cristologica e patristica, nasce l'occasione per una prima personale fase di ricerca. La svolta consiste nel far accompagnare, alla ricerca sul campo, un periodo di preparazione sulla specifica disciplina. Si tratta di un passaggio fondamentale che permette il superamento dell'orizzonte locale, cercando di acquisire competenze scientifiche e soprattutto al passo con la ricerca del settore sia in Italia che in Europa.   É infatti proprio tra la fine degli Anni Novanta e l'inizio del nuovo secolo che l'iconografia musicale realizza uno scatto qualitativo in tutta Italia: vengono organizzate mostre d'arte con appositi spazi per la musica rappresentata; fioriscono convegni e conferenze, spesso di valore nazionale; docenti universitari tengono corsi e seminari a Cremona, Venezia, Bologna, Roma, Parma, Palermo; la rivista "Imago Musicae", già edita da oltre vent'anni, trova finalmente un concreto mercato di divulgazione; infine, la FIMA di Roma inserisce ad Urbino cicli di seminari sull'argomento.  Si tratta per lo scrivente di un proficuo periodo di formazione, ripeto parallelo a quello pur necessario della ricerca del campo, che permette il contatto - non solo per il singolo ricercatore ma in realtà per tutto l'Abruzzo - con personalità di rilievo come Elena Ferrari Barassi dell'Università di Cremona, certamente il moderno nume tutelare dell'iconografia musicale in Italia. Un secondo personaggio, già a quel tempo nota per pubblicazioni di rilievo nel settore, si rivela fondamentale per i primi passi d'Abruzzo dell'iconografia. Si tratta di Mariagrazia Carlone (Chiavenna, Sondrio), la cui disponibilità nel fornire materiale altrimenti introvabile e nel valutare e consigliare ipotesi di ricerca, contatti e quant'altro è un momento anch'esso fondamentale. Una terza personalità, infine, è (tuttora) legata allo specifico mondo della conservazione del patrimonio storico artistico regionale. Si tratta di Biancamaria Colasacco, funzionaria della Soprintendenza di L'Aquila: la sua lungimiranza nel comprendere le potenzialità di una collaborazione in merito con ricercatori musicali porta a benefici ed immediati risultati. Nel 2001 la decisione: dare inizio ad una esperienza locale, un contenitore che permettesse alla disciplina non solo di affermarsi e di veicolarne i risultati, una iniziativa che curasse periodicamente ricerche a livello scientifico, attirando nel contempo l'attenzione di musicologi e musicisti, di storici dell'arte, cultori di storia locale, e così via.

Nasce così la Conferenza Regionale di Iconografia Musicale, che può contare sulla disponibilità di una importante struttura culturale, l'Archivio di Stato di Pescara (allora situato a Piazza della Marina). L'Archivio di Stato si rivela un passo fondamentale non solo per la nascita di una collaborazione che dura quattro anni, ma anche per la creazione di un vero e proprio team che, con cadenza annuale, cura le prime quattro edizioni della Conferenza Regionale. Va doverosamente citata l'allora dirigente, Maria Teresa Iovacchini; ma il vero motore propulsivo, attorno alla quale si crea un affiatato gruppo di tecnici, fotografi, personale archivistico ed archiviste volontarie è Iolanda D'Incecco, vero trait d'union tra le necessità di gestione di un ufficio statale e l'organizzazione di un evento di notevoli dimensioni. Senza il suo apporto la Conferenza non sarebbe mai andata oltre la prima edizione. L'apporto dell'Archivio di Stato di Pescara è fondamentale anche per la scelta strategica della gestione dell'evento-contenitore. Sin dalla prima edizione, destinata com'era logico che fosse al Santuario mariano di Paganica, si opta per una complessa organizzazione dell'evento che non si esaurisca nella semplice giornata di studi (comunque impegno non da poco, come s'è detto, in quanto aperto a personalità non solo locali ma anche nazionali) ma che coniughi la ricerca scientifica con approcci anche divulgativi riservati al grande pubblico. Si tratta probabilmente di una delle chiavi del successo dell'iniziativa: valorizzare sempre la presenza e l'interazione con il grande pubblico, in particolare le scuole, e gli appassionati di storia e cultura locali.Di qui l'ottimizzazione del necessario sforzo per produrre l'evento con la contestuale pubblicazione degli Atti, anche in formato digitale (il pdf nel 2001 non era così diffuso come oggi); la realizzazione di pannelli (in varie occasioni esposti anche per altri eventi culturali regionali); la creazione di appositi percorsi espositivi; la riproduzione degli stessi in appositi CD ROM, semplici nella realizzazione ma pratici e divulgativi nel contenuto; ed infine la particolare cura destinata alla parte musicale dell'evento, presentando concerti ma anche piccole mostre di strumenti musicali. Nel 2002-2003, parallelamente all'esperienza della Conferenza Regionale all'Archivio di Stato di Pescara, grazie a Mariagrazia Carlone, si crea l'occasione per una visibilità nazionale ed internazionale del patrimonio iconografico musicale abruzzese. Si tratta di un apposito finanziamento della UE (Progetto "Cultura 2000") destinato alla catalogazione di opere d'arte a contenuto musicale, alla formazione di ricercatori-schedatori, ed infine alla produzione di eventi e prodotti multimediali (conferenze, CD ROM). Al progetto partecipano 7 nazioni europee (Austria, Italia, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Grecia). L'Italia è rappresentata da gruppi del Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia ed Abruzzo. Per l'Abruzzo fondamentale diventa la collaborazione dell'Istituto Nazionale Tostiano di Ortona, che, tramite l'ISMEZ di Roma, può garantire la quota finanziaria necessaria al partenariato europeo.  Capofila del progetto è il Prof. Tilmann Seebass, dell'Università di Innsbruck, curatore della rivista "Imago Musicae". Si forma di conseguenza il gruppo abruzzese, composto da Annaria Delli Compagni (Ortona), Gianfranco Miscia (Lanciano), Anna Maria Ioannoni Fiore (Teramo), Luca Dragani (Chieti), Gianluca Tarquinio (Avezzano) e Massimo Salcito (Pescara e coordinamento generale). In questo modo il censimento garantisce una mappatura diffusa del territorio. Vengono così catalogate oltre 140 opere d'arte della regione ad interesse musicale, inserite nel database europeo "MusIco". Le stesse partecipano inoltre alla realizzazione di prodotti multimediali e permettono la partecipazione del gruppo abruzzese a due conferenze, una a Lisbona (presso la Fondazione Gulbenian) l'altra a Roma (Auditorium Parco della Musica). Purtroppo, concluso il progetto, il gruppo europeo non riesce a porsi ulteriori obiettivi strategici: il database "MusIco" di fatto non verrà mai messo in rete completo di tutte le schede realizzate, mentre emergono non pochi problemi legali relativi all'utilizzo delle riproduzioni delle opere d'arte. Nel frattempo le Conferenze Regionali producono ulteriori occasioni di valorizzazione del patrimonio artistico-musicale abruzzese: ne è la riprova la partecipazione a convegni come quello di Bologna (2002) organizzato dalla rivista "Il Saggiatore Musicale" e l'Università DAMS. Brevi scritti escono in varie riviste locali. Non mancano collaborazioni sinergiche, seppure episodiche, con riviste di prestigio, come D'Abruzzo. Conclusa la parentesi europea, la Conferenza realizza quattro edizioni nell'Archivio di Stato di Pescara. Nel 2005 la collaborazione con quell'Ente di fatto finisce (di lì a poco La D'Incecco otterrà il trasferimento in altra struttura): si punta allora per la quinta edizione ad una sinergia congiunta con Museo delle Genti (Ermanno De Pompeis) e Conservatorio di Musica "D'Annunzio" di Pescara (Enrico Perigozzo). La collaborazione sembra efficace, il modello rimane lo stesso (convegno, atti, concerti, mostra espositiva), il successo, anche in termini di pubblico, è notevole. Ma il Museo non rinnova la disponibilità per l'edizione 2006. La collaborazione rimane dunque possibile con il solo Conservatorio ma l'esperienza è negativa. La Conferenza Regionale, per potersi realizzare, è costretta ad adeguarsi agli inputs della direzione vigente. In particolare, l'attenzione alla produzione artistico-musicale abruzzese viene sostituita da contributi e mostra dedicata a W. A. Mozart, in nome delle contestuali celebrazioni internazionali. Viene così a cadere la specificità e l'unicità dell'evento, con le ovvie prevedibili conseguenze. Nel frattempo fattori esterni (non ultimo la mancanza di finanziamenti) minano sia la continuità del gruppo di lavoro creatosi, costretto giocoforza a sciogliersi, sia la possibilità di effettuare ulteriori ricerche. La fondazione dell'associazione composta da docenti e studenti del Conservatorio pescarese "CAMPUS DI MUSICA MUZII-D'ANNNUNZIO", garantisce nel 2007 la settima ed ultima edizione dell'iniziativa all'interno del nuovo contenitore "Festa della Musica e delle Arti nel solstizio d'estate", ridotta di fatto ad una breve e semplice conferenza di Luca Dragani, Gianluca Tarquinio e Massimo Salcito. Del team europeo originario continuano ad occuparsi sporadicamente di iconografia i succitati Dragani, Ioannoni Fiore e Tarquinio, oltre allo scrivente, in genere riutilizzando materiale delle ricerche precedenti: in questa ottica vedono la luce esperienze come le Giornate di Iconografia Musicale di Luca Dragani a Chieti, mentre Tarquinio organizza alla Scuola Media "Vivenza" un contenitore simile a quello della Conferenza Regionale. Entrambe le iniziative non hanno comunque repliche. Sporadiche le ricerche condotte da altri ricercatori. Francesco Zimei (L'Aquila) mi risulta abbia realizzato alcuni anni fa una conferenza sul "Giudizio delle Anime" di Loreto Aprutino, di cui non ho però non possiedo materiale. La creazione del gruppo di lavoro MUSA - Musica d'Abruzzo, in particolare la realizzazione del portale web, si spera quindi possa fornire nuova linfa alla ricerca musicale e musicologica della regione, anche nello specifico settore. Del resto si avverte una generale ridotta attenzione alle iniziative del settore anche in ambito nazionale, segno di mutate esigenze ed obiettivi: l'iconografia viene sempre più vista come parte, importante ma subordinata, di un complessivo disegno di ricerca, studio e valorizzazione delle fonti musicali.

Paganica, Settembre 2014