I Codici di Santa Maria Maggiore in Guardiagrele

Autore
Marco Giacintucci
Soggetto
Guardiagrele - Fonti musicali
Tipo
monografia

Dati bibliografici

Marco Giacintucci, I Codici di Santa Maria Maggiore in Guardiagrele. La prima polifonia in Abruzzo: testi e ipotesi di contrafacta, Lanciano, Rivista abruzzese, 2015 («Quaderni della Rivista abruzzese», 104).

Descrizione

I Codici di Guardiagrele, di pertinenza della chiesa di Santa Maria Maggiore presso la stessa cittadina abruzzese, rappresentano un gruppo di messali liturgici redatti in pergamena e composti in folio di formato atlantico; databili tra i secc. XIV-V, essi comprendono un Graduale (tre tomi), un Antifonario (quattro tomi), e un Salterio. L’origine dei codici sembra da collocarsi nell’ambito delle abbazie benedettine abruzzesi intorno al massiccio della Majella; qui, al tempo, erano attivi scriptoria e scholae musicali, significativi nuclei di riferimento per la diffusione della scrittura e della pratica musicale. Il corpus dei Codici di Guardiagrele, oltre al consueto repertorio gregoriano, presenta importanti composizioni polifoniche di eccezionale valore: un Alleluya a 2 voci, un Sanctus a 3 voci, un Sanctus a 2 voci, un Patrem a 2 voci, e un Agnus Dei a 2 voci (contrafactum della ballata profana Questa fanciull’amor fallami pia di Francesco Landini). Le composizioni, parti di messa ed alcuni contrafacta, di influenza arsnovistica, collocano l’Abruzzo come crocevia di cultura musicale sacra tra l’Europa, la Toscana e l’Italia meridionale. Il Codice di Guardiagrele, con il suo repertorio musicale polifonico, rappresenta a tutt’oggi uno dei primissimi e significativi esempi di polifonia mensurale nell’Italia centro-meridionale.