L'ascolto e la visione Don Nicola Jobbi e l'Appennino centrale del XX secolo. Mostra

19/06/2018

Manifesto_Inaugurazione
Manifesto_Inaugurazione

Comunicato stampa del Centro Studi Don Nicola Jobbi

L'ascolto e la visione
Don Nicola Jobbi e l'Appennino centrale del XX secolo
Dal 14 giugno al 31 luglio 2018
Biblioteca "Melchiorre Dèlfico", Teramo
Palazzo Patrizi, Montorio al Vomano (TE)
L'ascolto e la visione è una mostra dedicata all'archivio e alle attività del parroco Don Nicola Jobbi nella montagna teramana a partire dalla fine degli anni Cinquanta del Novecento, giunta al termine di un lungo lavoro di recupero, riordino e analisi dei materiali che compongono il suo vasto archivio: fotografie, documenti sonori, video, installazioni sonore, documenti originali oggi parte del Fondo Jobbi (Centro Studi Don Nicola Jobbi/Biblioteca "Melchiorre Dèlfico") raccontano la sua originale esperienza di parroco etnografo, che si colloca in un più ampio insieme di religiosi europei dediti allo studio e alla conservazione delle culture popolari.
La mostra è articolata in due parti complementari, a Teramo e a Montorio al Vomano. Nella prima sono esposti in otto teche i documenti originali presenti nel Fondo Jobbi (Centro Studi
Don Nicola Jobbi/Biblioteca "Melchiorre Dèlfico"): lettere, scritti, appunti, quaderni di pastori, telegrammi, fotografie, fogli volanti e altre tipologie di materiali, unitamente ad alcune
pubblicazioni, produzioni discografiche e attrezzature utilizzate per le documentazioni, come registratori a bobine, macchinette fotografiche, cineprese.
La seconda parte propone, in successione narrativa, riproduzioni in scala e formati diversificati di fotografie, documenti sonori, video, installazioni sonore che raccontano le sue origini, la sua
formazione, il suo avvicinamento alla montagna, la sua passione etnografica indissociabile dalla vocazione pastorale, dall'impegno religioso e sociale di parroco, e i tanti incontri che ne hanno nutrito e orientato nei decenni l'azione istintiva; fra gli altri, numerosi, si ricordano quelli con Annabella Rossi, Roberto Leydi, Giammario Sgattoni, Piero Marcattilii, Giuseppe Profeta, Paolo Toschi, Yutaka Tani, Sebastiana Papa, Satoshi Miyazawa, Giuseppe Di Domenicantonio, Maurizio Anselmi, Diego Carpitella, Alberto Negrin, Tullio Tentori, Jacopo Recupero, Libero Bizzarri.
Il lavoro di spoglio, inventario e catalogazione dei materiali alla base della selezione esposta in mostra, a causa della mole dei documenti, è ancora in corso. In estrema sintesi si può parlare di un nucleo centrale di circa 33.000 documenti fotografici, di cui una parte ripetuta in più supporti, ripartiti tra stampe, negativi e diapositive, circa 4.000 documenti sonori in nastri parzialmente duplicati in audiocassette, circa 60 documenti audiovisivi in pellicole di vario formato, infine circa 5.000 documenti cartacei testuali, raccolti in 60 faldoni.
Le località interessate dalle documentazioni dirette di Jobbi sono numerose, distribuite in prevalenza in territorio montano, in un arco temporale compreso tra la fine degli anni Cinquanta e il
1989: Bisenti, Cerqueto, Cesacastina, Cusciano, Fano Adriano, Frattòli, Montorio al Vomano, Pietracamela, Poggio Umbricchio, Prati di Tivo, San Franco, San Gabriele, Senarica, in provincia di Teramo e di L'Aquila. Così come è ampio lo spettro cronologico che interessa la totalità dei materiali esposti, frutto di raccolte di documenti precedenti o raccolti da altri ricercatori e presenti nel Fondo in copia, coprendo un periodo che va dal secondo decennio alla metà degli anni Ottanta del XX secolo. Da alcuni anni è in corso un programma di ricerca, catalogazione, digitalizzazione e pubblicazione a cura dell'Associazione Culturale Bambun e del Centro Studi Don Nicola Jobbi, grazie al contributo del progetto europeo Réseau Tramontana, in collaborazione con la Biblioteca “Melchiorre Dèlfico” di Teramo, dove sono custoditi buona parte dei materiali originali, e con la partecipazione di numerose istituzioni territoriali e scientifiche italiane ed estere. Assieme al Comune di Montorio al Vomano e alla Fondazione Tercas, che ne sostengono finanziariamente i costi e la gestione, partecipano all'organizzazione dell'esposizione anche l'Università degli Studi di Teramo – Facoltà di Scienze della Comunicazione – e l'Università “La Sapienza” di Roma – Dipartimento di Storia, Culture, Religioni.